GALLERIA DE' FOSCHERARI

La Galleria de' Foscherari nasce nei primi anni Sessanta, con un programma culturale al quale è rimasta fedele, svolto in due direzioni strettamente connesse: l'attenzione alla tradizione criticamente consolidata e l'interesse per la ricerca e la sperimentazione.
Nel 1968 con la mostra dedicata all' Arte Povera (Anselmo, Boetti, Ceroli, Fabro, Kounellis, Merz, Paolini, Pascali, Piacentino, Pistoletto, Prini, Zorio), curata da Germano Celant, si inizia precocemente a percorrere quel crinale lungo il quale la neoavanguardia riflette su se stessa fino ad estenuarsi nel corso degli anni settanta.Proprio questa mostra, a cui partecipano i maggiori rappresentanti della tendenza, induce la galleria a spingere più a fondo il dibattito teorico sull'arte coinvolgendo i più prestigiosi e combattivi critici e storici dell'arte italiani. Il risultato sarà uno dei più apprezzati quaderni della collana editoriale che la Galleria aveva inaugurato, assieme alle monografie dei maestri: "La povertà dell'arte" raccoglie infatti tutti gli interventi di quell'appassionante dibattito ed offre ancora oggi spunti di straordinario interesse.
Dal 1995 al oggi la Galleria con coerenza critica rispetto alla propria storia a tenuto annualmente almeno una mostra significativa dello stato evolutivo dell'arte figurativa.
In questo senso debbono essere interpretate l'esposizione delle opere più significative di Gianni Piacentino comprese fra il 1968 e il 2004, nonché la mostra-happening di Calzolari, Fabro e Parmiggiani dal pertinente titolo Essenziale all'Arte, a cura di Bruno Corà come la successiva personale di Claudio Parmiggiani, dal significativo titolo Gloria di cenere e quella del Guru Hermann Nitsch dall'appropriato titolo Orgien Mysterien Theater.
E a questa ricerca la galleria ha dedicato mostre fotografiche (la fotografia interagisce da quando è nata con la pittura in forme molteplici), non solo onorando un maestro come Luigi Ghirri (Ghirri di musica, 2008) ma anche cercando nelle polaroiddi Piero Manai una nuova chiave interpretativa di tutta la sua opera (L'insostenibile visione dell'essere , 2010) oppure indagando gli scatti con cui Aurelio Amendola ha studiato, analizzato e interpretato il lavoro di una schiera di artisti che vanno da Michelangelo a Burri, Vedova,Ceroli (Happenings, 2013).
Altra esposizione che merita essere menzionata è quella degli artisti Calzolari , Piacentino e Zorio, tre esponenti dell' Arte Povera, tendenza che proprio alla de'Foscherari nel 1968, aveva fatto il suo esordio. Si è trattato in realtà di una mostra storica", realizzata in collaborazione con il MAMBO, dedicata ad una delle ultime correnti della neoavanguardia (2011). Infatti, nella ricerca a cui abbiamo accennato, la galleria, che sempre si è distinta per l'attenzione prestata alle Avanguardie, non poteva non rivisitare momenti e protagonisti di quelle stagioni. Ai protagonisti dell' Arte Povera si sono, quindi, aggiunti un esponente dell' espressionismo quale George Grotz (Gli anni di Berlino, 2012 -13) e due interpreti della grande stagione esplosa negli anni sessanta, Mario Ceroli e Concetto Pozzati , a ciascuno dei quali è stata dedicata una retrospettiva, rispettivamente nel 2012 e nel 2014. Sia di Ceroli sia di Pozzati sono state esposte opere altamente significative comprese fra i primissimi anni sessanta e il 1968 anno in cui alle avanguardie succede l'eversione giovanile. Non sono stati trascurati artisti legati da sempre alla galleria , come Germano Sartelli, straordinario animatore dei più diversi materiali trasferiti dalla marginalità dell'abbandono all' universo della cultura, che espose le sue ultime opere nel 2009. Lo stesso vale per Marcello Jori (La conversione, 2010) e Pier Paolo Calzolari, il quale, nel contesto di una grande esposizione, articolata in tre luoghi pubblici e privati della città, esibì alla de Foscherari (Che ne è del sogno, 2011) una mostra curata da Pier giovanni Castagnoli, che comprendeva una originalissima video installazione, Marie Chante, che giusto ricordare .
Ma anche ad artisti che la Galleria ha "scoperto" recentemente è stata riservata la possibilità di farsi conoscere dai bolognesi curiosi e aperti alle novità. E' il caso di Alfredo Pirri, che ha riproposto una coinvolgente installazione, inaugurata poco prima, con vivo successo in una chiesa. Un evento che ha richiamato una notevole attenzione di pubblico e di critica (Misura ambiente, 2010).Non una scoperta , ma la riproposta a Bologna dopo vari anni d'assenza, è statala mostra dello scultore Nunzio, che ha esposto il suo lavoro più recente ottenuto con una originale pratica di combustione del legno ( 2013 - 2014)
Arriviamo, infine, all' esposizione che vede affiancati a un maestro indiscusso come Giorgio Morandi due artisti di un' altra generazione quali Pier Paolo Calzolari e Claudio Parmiggiani.
Pur operanti in epoche diverse, ciascuno di loro, infatti, sembra non accettare il suo tempo, cioè opera con distacco critico rispetto all''attualità, un distacco che si può interpretare come presa di distanza dal moderno senza provare nostalgia del passato.
In tutti i casi, la mostra vuole essere,seguendo le tradizioni della galleria, un ulteriore contributo alla riflessione, oggi necessaria, come non mai, sul destino dell'arte.

 

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