LABS Contemporary Art
LABS Contemporary Art opera sul territorio Bolognese dall’ottobre 2014. Sin dai suoi esordi lo spazio nasce come luogo dedicato alla ricerca, con una particolare attenzione al dialogo che intercorre tra l’arte storicizzata e la contemporaneità. Esiste un forte legame tra lo spazio espositivo e la storia della città. L’edificio risale al XIII secolo, quando al posto dell’attuale galleria sorgeva la Chiesa di S. Maria della Ceriola, aspetto tutt'oggi riscontrabile nel complesso architettonico della struttura.
LABS Contemporary Art has been operating in the Bolognese territory since October 2014. Since its inception, the space was created as a place dedicated to research, with particular attention to the dialogue between historicized art and contemporary art. There is a strong link between the exhibition space and the history of the city. The building, where our gallery is located, dates back to the 13th century, when the Church of S. Maria della Ceriola stood in its place, an aspect that can still be appreciated today in the architectural complex of the structure.
- Via Santo Stefano 38 40125 - Bologna
- 0513512448
- info@labsgallery.it
- http://www.labsgallery.it
Marc Angeli
Marc Angeli nasce a Bruxelles nel 1954, vive e lavora a Liegi, Belgio. Si laurea in Pittura e Disegno alla Royale Académie des Beaux-Arts di Liegi.
La sua pittura è intima e connotata dall’uso di soli materiali naturali quali cera d’api, organze, vino, pigmenti, blocchi di legno. I suoi lavori vivono di una temporalità sospesa in cui la materia prende i colori della terra, del vino e del vetro.
Henry Chapman
Henry Chapman nasce a Brooklyn (NY) nel 1987, dove vive e lavora. Si è formato alla Cooper Union (NY), dove è stato premiato come giovane talento dell'anno nel 2013, e alla Yale University, dove ha completato il suo MFA nel 2015.
Nei dipinti di Chapman, la descrizione incarna il tempo: notazionale, calligrafica, ed extralinguistica. La sua è una ricerca attenta all'interazione tra le forme e nei suoi lavori fuoriescono, con una forza sorprendente data dall’uso del colore, tematiche e problematiche attuali, sociali e politiche.
Carolina Colichio
b. 1977, Ribeirão Preto, BR. Vive e lavora a São Paulo, BR
Le immagini proposte da Carolina Colichio sono il risultato di esercizi quotidiani di osservazione e ascolto delle proprie percezioni di fronte a ciò che vede, evocando rapporti tra materialità e memoria, e creando una sorta di apparizione capace di sostenere lo stupore di ciò che la vita quotidiana ci fa considerare ordinario. I suoi principali mezzi di lavoro sono la pittura, la scultura, il disegno, il video e l’installazione.
Marco Emmanuele
Marco Emmanuele nasce a Catania nel 1986, vive e lavora a Roma. Si avvicina alle arti visive dopo aver compiuto studi di ingegneria e architettura.
Nella sua ricerca rimane sempre saldo il rapporto con la tecnologia e la capacità dell’uomo di trasformare profondamente l’ambiente in cui vive. Egli si confronta con materiali di origine industriale come l’acciaio, la ceramica e il vetro, trasmutando la loro natura nel linguaggio artistico e indagandoli nelle loro potenzialità espressive. Nella sua ultima ricerca ha sperimentato la pittoricità di pigmenti ottenuti mescolando colla e polveri di vetro.
Luca Grechi
Luca Grechi nasce a Grosseto nel 1985, vive e lavora a Roma.
L'artista propone al centro della sua riflessione lo studio del mezzo pittorico, della specificità dei rapporti tra segni e velature di colore che ne contraddistinguono l’essenza. Sulla superficie della tela, affiorano libere e liquide le pennellate, unite e sovrapposte per una composizione finale, in cui si mescolano i piani di visione e si crea una profondità di lettura dell’opera che richiede all’osservatore un tempo di attesa e concentrazione.
Giulia Marchi
Giulia Marchi nasce a Rimini nel 1976 dove vive e lavora. Studia lettere classiche all’Università di Bologna.
La sua formazione artistica di forte impronta letteraria l’ha portata ad un’espressività spesso connotata di narrazione, anche quando la forma scelta (spesso la fotografia, ma non solo) non rende la lettura così immediata, ma rimanda a combinazioni successive, come codici che prima ancora di essere decifrati si lasciano interpretare da una sorta di fascinazione, sia per il sapiente uso dei materiali che per la comunicatività dell’immagine, spesso ingannevole alla prima osservazione, ma ugualmente attribuibile alla poetica dell’artista. Il contaminare con materiali di diversa natura la scena artistica è parte integrante del lavoro dell’artista.
Dario Picariello
Dario Picariello nasce ad Avellino nel 1991, vive e lavora a Milano.
La sua ricerca si avvale di differenti mezzi espressivi per dare vita a opere che restituiscono una narrazione tra passato e presente, ne risulta un linguaggio fotografico caratterizzato da oggetti e corpi densi di mistero e suggestione.
Greta Schödl
Greta Schödl nasce a Hollabrunn in Austria nel 1929, vive e lavora a Bologna. Studia all’Accademia delle Arti Applicate di Vienna, nel 1953 vince l’Akademiepreis, il premio come migliore studente dell’Accademia.
Attiva dagli anni '60, Schödl ha trascorso gli ultimi sei decenni a onorare un linguaggio visivo unico attraverso una gamma di composizioni mitiche. Il suo lavoro incorpora lettere e simboli, ripetuti ossessivamente fino a renderli astratti. Forme geometriche e segni decisi si intrecciano con le parole, illuminate con foglia d'oro o ricamate con filo, e fuse su diverse superfici.
Dionysis Saraji
b. 2001, Venezia, IT. Vive e lavora a Bologna, IT
Con l’uso di svariati media ma prediligendo il tessile e la ceramica, Dionysis elabora una ricerca che scopre, ristabilisce ed approfondisce numerosi aspetti della propria identità. Temi centrali sono la cultura persiana, osservata attraverso le narrazioni del padre e lo studio degli elementi artistico decorativi di miniature e tappeti ed elementi della mitologia greca. Le sue opere sono caratterizzate dall’estrema fluidità dei corpi e incentrate sul rapporto con il genere e l’esplorazione funambolesca della linea che divide la realtà dalla fantasia e dal gioco.
Elisabeth Scherffig
b. 1949, Düsseldorf. Vive e lavora a Milano
Nel suo lavoro privilegia da sempre lo sguardo sullo spazio urbano che considera un organismo in continua metamorfosi. Indagando tale processo di trasformazione ha realizzato dei cicli di disegni alcuni in scala monumentale di luoghi in costruzione o in demolizione, di rovine architettoniche o amassi di materiali industriali. Negli ultimi anni ha tratto dei calchi dal suolo urbano per poi ricomporli in strutture trasparenti o installazioni, usando materiali eterogenei quali la seta, la porcellana e l’acciaio.
Greta Schödl
b. 1929, Hollabrunn, Austria. Vive e lavora a Bologna, IT
Schödl ha trascorso gli ultimi sei decenni a onorare un linguaggio visivo. Il suo lavoro incorpora lettere e simboli, ripetuti ritmicamente fino a renderli astratti. Forme geometriche e segni decisi si intrecciano con le parole, illuminate con foglia d’oro e fuse su diverse superfici: pagine di libri botanici, mappe, carte, foglie, pezzi di marmo, lenzuoli, che portano memoria di esistenza passata.
Milan Vagač
Milan Vagač è nato a Bratislava nel 1987, attualmente vive e lavora a Praga. Ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti e Design a Bratislava (VŠVU). La sua ricerca nasce dalla riflessione sul rapporto tra l’uomo e la tecnologia.
Nell’estetica contemporanea lo spettatore rimane sempre di più affascinato dalla superficie seduttiva dei device senza interrogarsi sui funzionamenti interni; l’artista attraverso il medium pittorico realizza superfici illusorie di dispositivi astratti. La superficie dei suoi lavori è solo parzialmente dipinta in modo da rivelare gli elementi strutturali. Rinnegando la bidimensionalità dell’opera l’artista ne rivela gli strati e le strutture nascoste.
Claudio Verna
b. 1937, Guardiagrele CH, IT. Vive e lavora a Roma, IT
Con la maturità espressiva, il protagonista assoluto dei suoi dipinti diventa il colore e la riflessione sui valori della saturazione e della luce. La pittura si articola tra le polarità di un estremo rigore e di un intenso abbandono emotivo; un pulsante e vibrante rapporto tra la geometria, che si lega all’articolazione materiale del quadro, e il colore, che esplora la superficie in tutte le sue parti.