11/06/2024

COMUNICATO STAMPA GRUPPO APOLLO

L'impegno sinergico di ANGAMC all'interno del Gruppo Apollo sta diventando sempre più centrale nelle discussioni tra i diversi player del sistema dell'arte.


Il posto occupato dall'Associazione e dalle gallerie è di primaria importanza per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.


Il Governo tedesco ha deciso di ridurre l’imposta sul valore aggiunto (IVA) per le vendite di opere d’arte a un’aliquota ridotta del 7% a partire da gennaio 2025. Il provvedimento soddisfa la richiesta di galleristi e mercanti d’arte che da tempo sostenevano di essere svantaggiati rispetto ai concorrenti di altri Paesi con l’attuale aliquota del 19%. Già nel 2023 la Francia aveva inserito l’aliquota ridotta dell’Iva al 5,5% su tutte le transazioni a partire da gennaio 2025.


Il Gruppo Apollo - che rappresenta l’industria dell’arte in Italia e riunisce le principali gallerie di arte moderna e contemporanea, case d’asta, antiquari, e imprese della logistica - rinnova l’appello al Governo italiano di seguire quanto prima la strada francese e ora tedesca. Nel caso italiano potrebbe essere il 5%, diventando ancor più competitivo nel mercato europeo. È vitale per il sistema Paese per continuare a rimanere nel mercato Ue, in caso contrario è destinato a uscirne di fatto perché poco competitivo, configurando il rischio di fughe all’estero da parte di galleristi e artisti. Oggi l’aliquota ordinaria sulle opere d’arte è del 22% nei casi in cui le cessioni siano effettuate da soggetti diversi dall’autore dell’opera, suoi eredi o legatari; viceversa vige un tasso ridotto del 10%. L’aliquota è notevolmente più elevata di quella della stragrande maggioranza degli altri Paesi europei.


A porre in svantaggio l’Italia vi è anche la tassazione sulle opere d’arte importate in territorio italiano soggette a una tassazione Iva pari al 10% del loro valore. A titolo di confronto, l’aliquota applicata per l’importazione di beni artistici nel Regno Unito è del 5%, in Francia del 5,5%, in Germania del 7%. Risulta chiaro che le imposte estere, di gran lunga più vantaggiose, non facciano che scoraggiare il trasferimento di beni artistici nel nostro Paese: qualsiasi collezionista che volesse importare o acquistare un’opera nell’Unione Europea non lo farebbe certamente in Italia. Per garantire la competitività del mercato italiano sarebbe dunque utile ridurre l’Iva al 5%, così come previsto dalla Direttiva europea 2022. I Paesi membri sono infatti tenuti ad allineare le leggi nazionali alla nuova direttiva entro la fine del 2024.