13/06/2020 - 31/08/2020
Nobuyoshi Araki
A cura di Gianluca Ranzi
Un cospicuo nucleo di polaroid e di stampe fotografiche ai Sali d'argento di Araki Nobuyoshi offerto la mostra che ArteA Gallery inaugura sabato 13 giugno 2020, una cura di Gianluca Ranzi che firma anche il saggio presente nel catalogo edito per l'occasione.
Araki, nato a Tokyo nel 1940, è uno dei massimi fotografi giapponesi che ha creato una fama internazionale della scuola di fotografia contemporanea. Araki ha portato ed esposto il suo lavoro nelle più prestigiose istituzioni museali di tutto il mondo, accompagnando spesso il successo ei record assoluti di visitatori con una scia di polemiche, e di censura, legati ai temi sessuali che egli affronta nel nostro lavoro, seppur , come ha sempre fatto, caratterizzandoli con uno sguardo distaccato e la partecipazione allo stesso tempo, con un'estetica autentica e mai pornografica, poeticamente erotica piuttosto che volgare, calibrando con attenzione e controllo spontaneità, immediatezza e studio compositivo mostrato.
La sua opera propone di riconsiderare la realtà invitando una forma di contestazione libera e spregiudicata dei limiti imposti da barriere sociali e culturali. La propensione ad esplorare la sfera privata e in particolare il modo sessuale, nelle diverse sfaccettature di amore, erotismo, voyeurismo e perversione, va infatti inserito in un costante dialogo fotografico che Araki porta avanti dalla fine degli anni Settanta e che considera il rapporto tra privati e pubblico, tra Oriente e Occidente, tra tradizione e innovazione, in uno sguardo che dalla sessualità si alza a considerare i profondi cambiamenti intercorsi in Giappone negli ultimi quarant'anni, indagando con un occhio lucido e sognando insieme.
La mostra si compone di immagini tratte da alcuni dei cicli più rinomati dell'artista, tra cui “Women in Kimono” (2000) e “Tokyo Commedy” (1997), oltre alla serie “Flowers” (2007), una potente considerazione intorno al tema della bellezza e del tempo, dello sfiorire delle cose e della loro impermanenza, del loro fissarsi nella memoria come apparizioni teatrali fornite dall'energia del colore che solo un sogno lontano può essere restituito.
Le Polaroid, che rappresentano una parte fondamentale della produzione di Araki, ritraggono donne giovani in posa esplicitamente erotiche, spesso impegnate in pratiche bondage , o secondo l'antica tradizione dello Shibari-Kinbaku, un'antica arte nipponica che prevede l'atto di legare il corpo sia per scopi meditativi, per rilassare mente e fisico, sia artistici per ottenere vere e proprie sculture viventi, sia a fini sessuali. Le immagini, oltre che costrizione e immobilità, suggeriscono l'idea di un corpo frammentato come proiezione esclusiva di un oggetto di desiderio. Nonostante le donne nelle foto di Araki appaiano l'oggetto dei voleri del fotografo e del suo obiettivo, tuttavia le modelle, totalmente consenzienti, partecipano a questa finzione fotografica attraverso lo sguardo, che ricambia intensamente quello del fotografo (e dell'osservatore) sfidandolo a mettere in discussione le sue certezze, senza intento provocatorio bene se stesso, e anzi quasi interrogandolo sulla natura profonda delle proprie convinzioni.
Vernissage 13 giugno ore 16,30
15 giugno - 31 agosto 2020
ArteA Gallery
Corso Buenos Aires 52
20124 Milano
info@arteagallery.it