15/10/2020 - 20/12/2020
GRAND OPENING
Rolando Anselmi è lieto di annunciare l'apertura della sua nuova sede a Roma. Ad inaugurare l'attività espositiva, una grande collettiva riunisce le opere degli artisti che hanno contribuito a plasmare l'identità della galleria sin dall'inizio della sua attività. Il Grand Opening è quindi concepito come un compendio del lavoro svolto fino ad ora e, al tempo stesso, un manifesto capace di riflettere i linguaggi artistici che si dispiegheranno negli anni a venire, anticipando le direzioni future della galleria. Gli artisti in mostra formulano ipotesi sulle basi dell'esperienza estetica e dell'incontro con l'opera d'arte, esplorando le condizioni della visibilità e lo status dell’immagine-oggetto. La selezione delle opere esposte - molte delle quali concepite appositamente per l'occasione - suggerisce spesso un senso di spostamento estetico, arricchendo il dibattito e le nozioni convenzionali legate all’opera d’arte e alla comprensione epistemologica della percezione. Due opere scultoree accolgono lo spettatore, articolando un senso di attesa capace di rivelare l’orizzonte temporale di un evento possibile. Vowel di Li Gang, vaso tradizionale cinese fissato al muro da una struttura in ferro, replica un moderno sistema di amplificazione, suggerendo una relazione con i concetti di suono e ascolto. Similmente, Piegare il tempo di Arcangelo Sassolino presenta una lastra di vetro piegata al limite delle sue possibilità, sfidando la resistenza della materia e contemplando il rischio del suo crollo. La tensione che deriva dalla consapevolezza di questo rischio gioca un ruolo fondamentale nell'esperienza dello spettatore. Sul lato opposto della stanza, tre poetiche dell'assenza e del campo immaginativo, in cui l'immaterialità occupa lo stesso spazio dell'oggetto e ne completa il significato. Sul pavimento, La nebbia dissolta dalla pioggia di Gianni Caravaggio mostra un sottile gioco di pieni e di vuoti che infondono alla solida materia un'aura densa e fluttuante, testimoniando, attraverso le sue concavità, la presenza di uno spazio invisibile. La materia va oltre i suoi attributi usuali, portando lo spettatore ad ampliare i suoi preconcetti e ad avventurarsi al di là dell'oggettività. Sulla parete, il dipinto di Gianni Pellegrini è originato da una sovrapposizione di strati di pittura impercettibili. L'assenza di segno porta lo sguardo a perdersi nella superficie, venendo progressivamente assorbito alla ricerca di coordinate. I dipinti di Pellegrini fondono le caratteristiche contraddittorie di fisicità e immaterialità, creando una struttura sospesa di luci e profondità oscillanti. Questa ambigua materialità viene confrontata con l'adiacente Untitled (Hessian and Canvas) di Jodie Carey, in cui lunghi lembi di tessuto intrecciato vanno a creare un oggetto scultoreo che sfida la permanenza e la solidità solitamente associate ad esso. Nonostante non vi sia una narrazione distinguibile, questo lavoro richiama le tradizioni di registrazione della memoria collettiva, risuonando con riferimenti al passare del tempo, alla mortalità e alla commemorazione. Dall'altro lato della stanza, Giorgio Andreotta Calò Annunciazione interpreta in una luce diversa questa poetica dell'assenza. La stampa fa parte di un insieme di lavori realizzati ponendo la carta fotosensibile a contatto con una vetrata storica nella monumentale Oude Kerk di Amsterdam. L'immagine negativa, generata dall'impatto dei sali d'argento con la luce solare filtrata dalla finestra, rivela così il processo del tempo registrato sulla materia, traendo la sua forma dall'ambiente e dalle energie sprigionate al suo interno. Restless Tension di Valerie Krausede finisce la sua esistenza nello spazio. Il suo lavoro è il risultato di una profonda indagine sull'occupazione spaziale, la transitorietà e il dinamismo intrinseco delle strutture fisiche, in una dimensione materiale e al tempo stesso emotiva. Al piano inferiore l'ambiente circostante assume una fitta consistenza nel dipinto di Guglielmo Castelli, influenzando e plasmando lo spazio personale e interiore. Il vuoto attorno alle sue figure è inevitabilmente percepito come campo d’esistenza, appartenente ai corpi e contribuente alle loro qualità. La permanenza e la scomparsa della memoria caratterizzano Calliope, parte della serie Corteggiamento di Luca Vitone, un gruppo di installazioni dedicate alle Muse, ciascuna composta da tre elementi: un oggetto di arredo popolare, luci e uno strumento musicale la cui pratica esecutiva è andata perduta. Vitone si occupa del concetto di identità dei luoghi, che si rivelano più che spazi fisici e geografici e la cui vera dimensione è definita dalla cultura e dalla memoria collettiva, proponendo una riflessione su un patrimonio che si sta dimenticando. Moris (Israel Meza Moreno) crea registrazioni delle dinamiche sociali della sua area urbana d’origine, caratterizzata da un'elevata complessità sociale e culturale. In Ciudad de tumbas abiertas, il tessuto urbano con le sue contraddizioni, è associato alle Carceri di Piranesi. Il carcere diventa emblema dell'esistenza, condizione per individuare la lotta tra interiorità soggettiva e realtà collettiva. Ripetizione e metodo caratterizzano il disegno di Ignacio Uriarte, dove un agglomerato di linee vibranti forma gradualmente un tessuto testuale. Quelle linee, da spesse e riconoscibili nei bordi, si schiariscono verso il centro, creando un campo monocromatico quasi sospeso. Ogni linea, e la sua ripetizione, è prova di un atto all'interno del processo del tempo. Questa leggibilità dell'atto creativo come struttura temporale, caratterizza anche i dipinti di Vincenzo Schillaci, definiti da strati di pittura e stucco, con le quali analizza le componenti linguistiche del mezzo pittorico. La sua paziente tecnica di stratificazione, la costante scansione del tempo attraverso strati, è un sistema ideato dall'artista per trovare una regola e costruire una grammatica che circoscriva il campo potenzialmente sconfinato della pittura. Grammatica, tuttavia, che abita una dimensione poetica, sottolineando la capacità del dipinto di creare un ulteriore stadio di realtà, un accesso all’esperienza estetica. Untitled (model for a self) di Johannes Wald incarna, come suggerisce il titolo, le sue riflessioni sull’immagine di sé come artista. Il suo lavoro muove nel campo della materia, spingendo al limite la stessa idea di scultura, con la volontà contraddittoria di tradurre in forma qualcosa di instabile e perennemente mutevole che è al di là della materialità stessa. Dominik Lejman opera all'interno di un incrocio spazio-temporale che abbraccia video e pittura, in cui materia e immagine proiettata risultano otticamente fuse. In Afterparty, la tela monocromatica risulta un campo di proiezione, trasformandosi improvvisamente in un palcoscenico teatrale in cui una ballerina appare come una presenza spettrale. L'attenzione di Asger Dybvad Larsen risiede nell'indagine del medium pittorico e la sua materialità. Le sue opere, altamente tattili, sono caratterizzate dall'utilizzo di forme geometriche ricavate da ritagli di tele, immerse nel colore e cucite insieme. Forma, composizione, struttura e materialità sono i fattori che sanciscono l'autonomia di quelle opere e la loro dimensione tautologica. Infine, la pittura di Santiago Taccetti può essere descritta come una seducente esplorazione della tecnica e della superficie. La pratica di Taccetti vive di una tensione tra gli elementi pianificati e quelli determinati dal caso, che si verificano durante il processo creativo. Le tele non dichiarano alcuna teoria o figurazione, ma il processo della loro creazione, fissando i parametri fisici e concettuali che definiscono l'opera d’arte.
Giorgio Andreotta Calò (b. 1979, Italy), Gianni Caravaggio (b. 1968, Italy), Jodie Carey (b. 1981, England), Guglielmo Castelli (b. 1987, Italy), Li Gang (b. 1986, China), Valerie Krause (b. 1976, Germany), Asger Dybvad Larsen (b. 1990, Denmark), Dominik Lejman (b. 1969, Poland), Moris (Israel Meza Moreno) (b. 1978, Mexico), Gianni Pellegrini (b. 1953, Italy), Arcangelo Sassolino (b. 1967, Italy), Vincenzo Schillaci (b. 1984, Italy), Santiago Taccetti (b. 1974, Argentina), Ignacio Uriarte (b. 1972, Spain), Luca Vitone (b. 1964, Italy), Johannes Wald (b. 1980, Germany).