15/10/2011 - 30/11/2011
Collisioni. Un gruppo di artisti tra scultura e architettura
I confini tra le varie forme di espressione e creazione dell’ultimo quarto di secolo si sono fatti sempre più sfumati e oltrepassabili. La scultura per molti architetti è diventata qualcosa da guardare come ottima architettura. Gli architetti, vivendo in una società post-consumistica, che pensa all’icona come momento di sintesi fra mercato e ideazione, hanno trasformato il disegno in oggetto tridimensionale. La tecnologia e i programmi grafici, la scambiabilità dei materiali, sono stati il pretesto per avvicinarsi alla scultura. Pochi invece sono i casi di scultori affascinati dal lavoro architettonico fino al punto da rendere le loro opere abitabili. Bisogna dire che il Minimalismo e la Pop Art (ma anche Brancusi, Moore, Serra, Tony Cragg, Ai Wei Wei) ci hanno condotti verso un’architettura spettacolare (che però non ha dimenticato la forma organica) come quella di Frank Gehry, Zaha Hadid, Isozaki, Herzog & de Meuron, Libeskind, Piano, magari giocata sulla destrutturazione. Queste creazioni si presentano nel presente come vere e proprie icone del futuro, ma sono invece pochissimo utilizzabili e funzionali all’interno quando si tratta di musei. Il passaggio dalla scultura all’architettura è estremamente più complesso di quello inverso. La scultura nel momento in cui tende all’architettura deve accettare condizioni più strutturalmente difficili di quelle che si affrontano normalmente nel lavoro artistico. Oggi molte sculture tendono in definitiva all’architettura, come l’architettura aspira diventare un oggetto d’arte e quindi una scultura. Questa mostra desidera rendere leggibile questi assunti e presenta un gruppo di sculture i cui autori hanno guardato alle forme architettoniche, più o meno vistosamente, ma anche all’idea di città, a quella dell’uomo condizionato dalla civiltà della tecnica e dei materiali nuovi, anche in relazione alla metamorfosi delle forme del nostro essere oggi. Questa ampia ed articolata mostra si svolgerà in due diverse sedi: quella storica della Galleria (Via Emilia San Pietro n°21) e nella vicinissima Chiesa dei SS. Agata e Carlo (Via San Carlo n°1) in cui verrà costruito un progetto espositivo ad hoc che prevede il confronto tra due straordinari artisti di generazioni diverse: Luigi Mainolfi e Domenico Borrelli. I prescelti ad illuminare questi assunti di partenza sono: Domenico Borrelli, Filippo Centenari, Patrizia della Porta, Marco Gastini, Gioberto Noro, Herbert Hamak, Le Corbusier, Luigi Mainolfi, Fausto Melotti, Nunzio, Giuseppe Spagnulo, Ettore Spalletti.
A cura di Marisa Vescovo e Gianfranco Rossi
Catalogo con testi di Marisa Vescovo e Alessandro Carrer
Reggio Emilia, Galleria d’Arte 2000 & NOVECENTO
Reggio Emilia, Chiesa dei SS. Agata e Carlo