19/11/2021 - 08/12/2021
Gotthard Bonell - Terre di mezzo
Gotthard Bonell, uno dei più rinomati ed eclettici artisti del Sudtirolo, è un pittore con una passione autentica e una enorme spinta creativa. Non si stanca di esplorare le molteplici potenzialità della rappresentazione pittorica, muovendosi con estrema facilità sul filo tra la figurazione e l’astrazione. Le sue tecniche di pittura e di disegno rivelano l’abilità dei vecchi maestri, ma sono anche aperti alla sperimentazione artistica. Con mano inconfondibile Bonell crea un universo, intimo e toccante a livello emotivo, ma anche enigmatico e conturbante, che si confronta con questioni fondamentali dell’arte e dell’esistenza umana. Questo lo testimoniano anche i nuovi lavori esposti nella Galleria Alessandro Casciaro.
Punto di partenza è il paesaggio naturale, in particolare massicce formazioni rocciose, così come svariate forme corporee e oggetti ritrovati. Montagne appaiono in luccicanti atmosfere luminose e l’esperienza della natura immediata è percettibile, anche se le vedute, volutamente, non offrono panorami ampi, romantici. Osservati da vicino, le rocce diventano un gesto pittorico astratto; i paesaggi (naturali) si confondono con nature morte raffiguranti forme corporee (in decomposizione). L’oggetto figurativo si rende autonomo, subisce una metamorfosi e diventa una forma nuova, non facilmente afferrabile o descrivibile. Vengono scoperti strati che si stendono sotto la pelle, teschi e scheletri frammentati appaiono come paesaggi interiori, delicati e sbiaditi, misteriosi e densi di significato. Realizzati in colori attenuati, immersi nello sfumato di un’atmosfera morbida, nebbiosa, l’artista non ci rivela se i motivi stanno per sciogliersi o forse per ricomporsi. Disegno e pittura si incontrano dialogando, ma anche confrontandosi, di tanto in tanto emergono in maggior misura elementi di collage, carta velina viene incollata a strati sottili sulla tavola di legno e lavorata dall’artista. Molte cose si sviluppano durante il processo lavorativo, l’artista si lascia trasportare, da ciò che sta per nascere, dalle linee e le strutture che si possono trovare, che guidano. Disegnare, cancellare, incollare, continuare a dipingere. Memento mori, ogni essere è fugace. Oppure si trasforma, passa a un’altra forma di esistenza. “Nulla è per sempre”, così Paul Ernst, “tutto è disfacimento e ricomposizione”. Il corpo palpabile non è più tanto importante per Bonell, lui ha trovato nuove vie per far diventare immagine le costrizioni e lo svanire del corpo, la fugacità dell’esistenza. Metamorfosi e transitorietà, vecchiaia e morte: colori tenui che ricordano l’autunno, forme sbiadite che si dissolvono, simbolizzanti il processo di decomposizione di tutto ciò che è terreno.
Meravigliose terre di mezzo, piene di sensualità e bellezza.