19/09/2024 - 26/10/2024

SERGIO RAGALZI. Insetti

La Galleria Biasutti & Biasutti presenta una mostra dedicata a Sergio Ragalzi (Torino, 1951 - 2024). Un omaggio all'artista, recentemente scomparso, protagonista della scena torinese e non solo, la cui ricerca si è focalizzata da sempre sull'uomo, sul senso di smarrimento che accompagna l'evolversi della specie e su una analisi delle radici dell'esistenza. Il titolo della mostra, Insetti, rimanda all'omonimo ciclo di dipinti realizzati a partire dalla fine degli anni Ottanta, quale tappa evocativa del noto racconto di Franz Kafka sulla metamorfosi. Spiegava Ragalzi in una recente intervista:" Lavoro da sempre sull'uomo, ho sondato tutte le possibilità di bombardamento e condizionamento dentro e fuori da noi: siamo soggetti a eventualità imprevedibili e proprio come il Gregor Samsa di Kafka rischiamo di svegliarci una mattina nel corpo di un insetto". Attraverso questo procedimento kafkiano all'arte, Ragalzi sembra liberare questa ansia irrazionale, definendo il suo "lavoro interiore ed esisitenziale formato da due componenti: una materica e l'altra figurale, non figurativa, ma di elementi corporali identificati con il malessere dell'esistenza". Ecco che il turbamento dell'artista trova sfogo nelle grandi tele, esposte negli spazi della galleria. Eserciti d'insetti "temibili e [...] fastidiosi", metafora dei limiti e della finitudine dell'uomo, si muovono occupando tutto lo spazio possibile, in sequenze dai ritmi serrati e martellanti, come marchiature, quasi un codice, un alfabeto insettiforme. "Con gli insetti ho cominciato a creare questa pittura timbrica, ripetitiva e ossessiva" dichiarava Ragalzi nel colloquio con Trini, un'esatta riproduzione iconografica, nuove forme di vita ibrida rappresentate dall'alto, in un formato che le rende speculari e moltiplicabili, stampigliate eppure dipinte a mano. Quello di Ragalzi è un linguaggio originale e sapiente, la cui forza comunicativa è sostanziata dalla costante presenza del "nero", profondo, totale, dirompente, "un non colore", sosteneva, "che crea delle vibrazioni sulla superficie", che include ed esclude, che è buio e luce. Le forme allineate, immobili e senza tempo, prendono vita, agitate dall'uso di un oro brillante o di un rosso acceso o più spesso dal predominante bianco. Una visione profonda e consapevole, talvolta scomoda, che non ha mai seguito le leggi del mercato o l'estetica della contemporaneità, ma con una capacità di sogno, seppur cupo e doloroso, di racchiudere nelle sue tele affaticate le tracce e i segni della storia.

GALLERIA BIASUTTI & BIASUTTI
SERGIO RAGALZI. Insetti