22/05/2021 - 18/07/2021
Fabrizio Prevedello | Rupe
Rupe è la quarta mostra personale di Fabrizio Prevedello alla Cardelli & Fontana arte contemporanea. Lo spazio della galleria diventa l’habitat che accoglie le opere dell’artista: per l’occasione, infatti, le pareti delle due sale espositive sono state rivestite con un cartone ondulato che fa da sfondo alle sculture, enfatizzando con le sue “scanalature” le concavità e le zone d’ombra che le stesse opere sembrano riprodurre.
Realizzate appositamente per la mostra, tutte le sculture sono accomunate dall’allestimento, che le vede ancorate alla parete. Nonostante ciò, per essere osservate, al visitatore è richiesto un movimento: un guardare davanti, certamente, ma anche dentro – verso l’interno –, di lato, fino a cercare di spingersi con lo sguardo sul retro, dove l’opera si lega alla parete attraverso staffe e altri elementi metallici.
È in questi dettagli, tutt’altro che celati, che si manifesta l’interesse di Prevedello per gli interstizi, gli angoli appartati. Le sculture dell’artista tendono a una dimensione intima, rimandando a luoghi protetti – dei rifugi –, ma evocando anche brani del paesaggio delle Alpi Apuane, dove Prevedello vive.
Elementi letterali come il profilo frastagliato di una montagna o il terreno collassato di una frana; pareti verticali che suggeriscono potenziali vette da scalare; i tagli squadrati che modellano le cave; rocce, pietre e grotte incontrate durante escursioni: le opere di Prevedello sembrano rifarsi a tutto ciò, restituendone non solo l’immagine, ma anche le qualità atmosferiche, il silenzio.
I materiali utilizzati dall’artista hanno un ruolo fondamentale. Si tratta, talvolta, di oggetti trovati come pietre, scampoli di marmo, frammenti di ceramica, scaglie di onice; Prevedello ne conosce pregi e difetti, sa metterne in luce fragilità e potenza, senza nascondere le fratture, gli indizi di lavorazione, l’erosione degli angoli, l’irregolarità dei tagli. Non nega il loro statuto di “scarto”, proprio perché sa che questo li rende dei frammenti irripetibili.
Ognuno di questi elementi concorre alla creazione di una costellazione di opere contraddistinte da alcune costanti formali: per esempio la sensazione di essere di fronte a qualcosa che ci sovrasta e che, contemporaneamente, ci accoglie; la capacità di tenere insieme forme appuntite, spigolose, verticali e altre più marcatamente concave, curvilinee, dolci; il modo di “colorare” le sculture semplicemente grazie agli accostamenti e alle proprietà cromatiche dei materiali; il ricorso a formati per lo più raccolti, non muscolari, senza che questo impedisca di pensare di avere davanti qualcosa di imponente.
In questo senso il titolo della mostra, Rupe, sintetizza perfettamente la poetica e l’attitudine dell’artista: la tensione alla verticalità, il rapporto con un paesaggio – quello delle Alpi Apuane – a lui caro, la fascinazione per materiali che di quello stesso paesaggio sono una diretta emanazione.
La mostra è accompagnata da un testo del drammaturgo Toni Garbini, nato dalle suggestioni derivate dall’incontro tra Garbini stesso e Prevedello, nello studio dell’artista. Il testo, registrato e fruibile attraverso delle cuffie, costituirà una specie di “audio-guida” alternativa alla mostra, un modo inedito per accostarsi alle opere di Prevedello, filtrate dalla sensibilità di Garbini.
In occasione della mostra sarà pubblicato anche un catalogo con i testi del curatore, Saverio Verini, e di Toni Garbini.