16/09/2022 - 30/12/2022
Michel Parmentier
La galleria Il Ponte presenta la prima mostra di Michel Parmentier in Italia, a cura di Guy Massaux, artista e suo assistente storico, in collaborazione con la Eduardo Secci di Milano.
In mostra viene presentato un nucleo di opere storiche degli anni Sessanta, Ottanta e Novanta, accompagnate da una ricca selezione di disegni, e documenti storici che testimoniano il suo singolare percorso artistico.
Le opere di Parmentier sono costituite fin dall’inizio della sua produzione, che l’artista fa risalire al 1966, da fasce orizzontali dell’altezza esatta di 38 cm, alternando strisce colorate a strisce bianche, realizzate utilizzando la tecnica del pliage, modalità introdotta in pittura dall’artista ungherese Simon Hantaï nel 1960.
La rigorosa produzione dell’artista è caratterizzata dalla variazione del colore delle sue opere anno per anno, dedicando il colore blu al 1966, il grigio al 1967 e il rosso al 1968; così come dalla data che egli imprime sul retro di molte opere per datarne la realizzazione e utilizzarla come titolo.
Laura Lisbon, menzionando un commento del 1992 di Bernard Blistène, riprende l’aspetto cruciale per la comprensione del lavoro di Parmentier: il suo “approccio” o “modo di essere” un artista. Informato da questo background filosofico, il profondo interesse dell’artista per il concetto di Blanchot di “spazio letterario” comprende la complessità di uno spazio che include la sua propria assenza, riserva, e necessario silenzio. Tale spazio si distingue dall’autore per produrre un’esperienza che richiede un disinteresse per vederlo o apprenderlo. Se Parmentier non è un pittore “letterario”, è precisamente perché la sfida del suo lavoro è approcciare questo “spazio letterario”, non rappresentarlo. Il suo approccio nell’eseguire l’opera, che include decisivi momenti di inattività o rifiuto del lavoro, è indissociabile da una riflessione sull’esperienza dello “spazio letterario”, ma anche dalle nozioni di riserva, restrizione, e silenzio che suggerisce un’etica della pittura come un approccio alla pittura (Laura Lisbon, Michel Parmentier, in Michel Parmentier. December 1965 - November 20 1999. A retrospective, a cura di Guy Massaux, 1999).
Nel 1968 Michel Parmentier annuncia ufficialmente il suo ritiro dal mondo dell’arte… Riprenderà quindici anni dopo, nel 1983, senza alcuna giustificazione, fino all’ultima opera 20 dicembre 1999.
Biografia
Michel Parmentier nasce nel 1938 a Parigi. Figura di spicco del “radicalismo” nella pittura francese, studia all’Ecole des Métiers d'Art, dove incontra Daniel Buren con il quale nel 1966 fonda il gruppo avanguardistico Buren-Mosset-Parmentier-Toroni (maggiormente conosciuto con l’acronimo BMPT). L'esordio in grande stile di Parmentier avviene nel 1962 con la sua partecipazione al Salone della Giovane Pittura di Parigi, dove riscuote i pareri entusiastici di gran parte della critica. Vincitore del Prix Lefranc nel 1963, partecipa a numerose esposizioni collettive.
L’artista si fa conoscere negli anni Sessanta per i quadri con bande orizzontali e per il suo rifiuto di essere chiamato ‘’pittore’’. Realizza happening provocatori e opere minimaliste con l’intenzione chiara e netta di proclamare la negazione della pittura. Dal dicembre 1965 le opere di Parmentier consistono in grandi tele coperte da strisce orizzontali di un solo colore, alte 38 cm, che si alternano a identiche strisce bianche. Questi lavori vengono realizzati mediante il pliage - “pieghevole”, tecnica inventata nel 1960 da Simon Hantaï (la tela viene piegata e accartocciata, poi cosparsa con il colore e spiegata, lasciando apparenti sezioni vuote della tela interrotta da macchie vibranti di colore) - che costituirà da questo periodo l’unico metodo di lavoro dell’artista. Parmentier si dedica a questi dipinti per tre anni, modificando il colore delle strisce ogni anno: blu nel 1966, grigio nel 1967, rosso nel 1968. Dopo un’interruzione di alcuni anni (1968-1983) - Parmentier trova la pratica artistica un po' ripetitiva - smette di ''dipingere'' nel 1968, dopo una serie di tele orizzontali rosse e bianche. Nel 1983 riprende la sua opera esattamente dove l’aveva lasciata, iniziando il ciclo dei neri. negli anni successivi comincia ad utilizzare supporti diversi tra cui la carta, la carta lucida e il poliestere trasparente.
Tutto il lavoro di Parmentier è segnato dal radicalismo e dal rifiuto di scendere a compromessi formali e ideologici. Le sue tele non si nutrono di discorsi e interpretazioni, la sua pittura è pittura e basta: non c’è soggettività né espressività. Ci sono solo le sue strisce, neutre e ripetitive. Artista iconoclasta, Parmentier, con i suoi compagni, aveva proclamato: ''Noi non siamo dei pittori'', scatenando un vasto dibattito in Francia e in Europa sul futuro dell'astrattismo. Muore a Parigi nel 2000.
Le opere dell'artista sono presenti nelle collezioni di: MOMA (New York), Carré d'art (Nîmes), Centre national des arts plastiques (Parigi), Centre Pompidou (Parigi), Fonds régional d'art contemporain Bourgogne (Digione), Fonds régional d'art contemporain Bretagne (Rennes), LaM (Lilla), Musée d'art moderne, d'art contemporain et d'art brut (Villeneuve-d'Asq), Musée d'art moderne Saint-Etienne Métropole, Musée de Grenoble, Musée des beaux-arts de Nantes. é presente in prestigiose collezioni private tra cui la collezione Pinault.
La Galerie Jean Fournier di Parigi (2011) e la Galerie Loevenbruck a Parigi (2014) dedicano due importanti mostre personali a Michel Parmentier, tra cui quella a cura di Guy Massaux, Michel Parmentier, Déc.1965-20 Nov.1999, une rétrospective, tenutasi a La Seyne-sur-Mer. Alcune tele dell’artista vengono esposte a Venezia a Punta della Dogana, in occasione della mostra Accrochage (2016). Nel 2018 viene presentata al Eli and Edythe Broad Art Museum presso la Michigan State University la prima retrospettiva dell’artista negli Stati Uniti.
Le gallerie Il Ponte (Firenze, 2022) ed Eduardo Secci (Milano, 2023) presentano la prima retrospettiva italiana Michel Parmentier. Opere e documenti, a cura di Guy Massaux.