31/01/2025 - 18/04/2025
Pierluigi Fresia. L'impotenza celeste dei pianeti
Il Ponte apre il 2025 con una monografica dedicata a Pierluigi Fresia del quale vengono presentate opere fotografiche inedite degli ultimi anni.
Il titolo della mostra l’impotenza celeste dei pianeti è estrapolato da Fresia da una frase di Marcel Proust, che delinea così il modo di vedere e vivere la vita di sua madre, che come scrive l’artista «implica una luminosità tutta arrivata da astri diversi, da luci che da tutto derivano tranne che dal nostro intimo essere ed esistere. Questa meravigliosa immagine che Proust ci regala calza a mio avviso in modo perfetto con l'idea che ho sia della fotografia che dell'esistenza, quel qualcosa che nulla è senza un apporto, un significato che da altrove deriva, il quale crea non uno specchiarsi ma un illuminarsi di novità, di realtà altra e forse, nel suo non essere prima e non essere più dopo, assolutamente, per un'istante VERA». La lettura che ne fa l’artista apre direttamene alle sue fotografie, in cui l’immagine pare quasi transitoria e il collegarla a una frase, quasi Haiku, la determina.
«Nello studio di Pierluigi Fresia si trova una lavagna in ardesia i cui aspetti sensibili sono facilmente familiari a chiunque abbia frequentato una scuola: la tiepida tattilità, l’odore del gesso, il morbido, polveroso contrasto del bianco sullo sfondo scuro. Questa lavagna è utile per tentare una sintesi delle tensioni che abitano il lavoro dell’artista, ne è quasi un simbolo con la sua vocazione a essere spazio per la ricerca, per il tentativo che più volte si sottopone alla revisione, alla cancellatura, con in mente, o quanto meno con il desiderio, di un’idea perfetta. Però, come accade per le cose umane, al centro del lavoro di Fresia non si trova questa ma tutte le prove fatte i cui esiti visibili assumono aspetti apparentemente remoti tra loro. Le diverse serie che vengono qui presentate sono invece collegate tra loro da legami nascosti alla vista: una rete densa di connessioni per cui ogni segno tracciato, e poi cancellato, sulla lavagna è solo un modo diverso di pensare e descrivere la condizione umana. In mostra si trovano fotografie le cui campiture quasi astratte si combinano in una spirale con i testi: frasi aforistiche, riferimenti letterari e componimenti brevi come haiku, sovrapposti alle immagini di paesaggi naturali, nature morte e ambienti intimi. Nello spazio sottostante della galleria si trovano le fotografie delle lavagne su cui l’artista ha tracciato i suoi segni.» (Pietro Gaglianò, 2024).
Biografia
Pierluigi Fresia nasce ad Asti nel 1962, vive e lavora a Pino Torinese (Torino). Lavora in Italia e all’estero dal 1993. Le sue opere fanno parte di importanti collezioni d’arte contemporanea private, di fondazioni e musei – tra cui la GAM di Torino, il MART di Rovereto, il MET di New York. I suoi lavori sono stati presentati in numerose fiere internazionali d’arte contemporanea come Photo Basel, Arco Madrid, Artissima Torino, Artefiera Bologna, Arteverona Verona, MIA e Miart Milano. Nel corso della sua carriera ha esposto in molti spazi pubblici e privati. Tra le personali si annoverano: L’impotenza celeste dei pianeti, a cura di Pietro Gaglianò, Galleria Il Ponte, Firenze, 2025; Di sola andata, a cura di Francesco Tedeschi, Riccardo Costantini Contemporary, Torino, 2023; ANTOLOGICA, a cura di Clelia Belgrado, Fotoforum Gallery, Innsbruck, Austria, 2021; La velocità della luce, a cura di Elio Grazioli, Galleria dell’incisione, Brescia, 2021; Out of Place, a cura di Francesco Tedeschi, Galleria Milano, Milano, 2019; Our brief eternity, a cura di Carla Pellegrini e Francesco Tedeschi, ivi, 2009; The Iceberg Theory, a cura di Angela Madesani, Galleria Studio G7, Bologna, 2015; Non così tanto da fuggire non così poco da restare, ivi, 2008; Words, ivi, 2003; Interni / Esterni, ivi, 2000; L’apprendimento della solitudine, a cura di Elio Grazioli, Galleria Martano, Torino, 2013; Stasera la luce è cambiata, a cura di Liliana Dematteis e Maurizio Orefice, ivi, 2010; …se qualcosa accade, ivi, 2004; Tempominimo, ivi, 1998; L’acqua sotto i ponti, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, Mombercelli (AT), 2011; Energiazero, Galleria Leonardi V-idea, Genova, 2000. Si menziona anche la sua presenza alla rassegna Fotografia Europea di Reggio Emilia, 2015, 2010 e alla XXIV Biennale di Scultura di Gubbio, 2006.
Nell’ultimo ventennio, tante le collettive cui partecipa, tra le quali Il tempo della comunanza, a cura di Olga Gambari, Fondazione Garuzzo, La Castiglia, Saluzzo (CN), 2024; The Family of the Man, a cura di Elio Grazioli e Walter Guadagnini, Aosta, Museo archeologico regionale, 2021; Natur und Kaos, Fotoforum Galerie, Innsbruck, Austria, 2018; Infinite sono le cose tra cielo e terra che gli umani non conoscono, a cura di Carla Pellegrini, Galleria Milano, Milano, 2017 e Homepage, a cura di Elio Grazioli, ivi, 2013; Nel flusso dell’opera, a cura di Viana Conti, Palazzo Tagliaferro, Andora (SV), 2016; Contemporary Italian Photography Daegu Photo Biennale, a cura di Elio Grazioli, South Korea, 2014; Under The Lucky Star, Rosa Leonardi, 40 anni di ricerche, dall’astrattismo alla video arte Genova, Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce, 2012.