19/10/2024 - 24/12/2024
CORRADO BONOMI Esordi
Dopo esser state presentate al grande pubblico di ArtVerona 2024 con uno stand dedicato (insieme solo alle sculture di Gianni Cella), le opere di Corrado Bonomi, classe 1956, approdano in Galleria Melesi con la mostra dal titolo Esordi.
Si tratta infatti di un nucleo di opere realizzate a cavallo tra la metà degli anni Ottanta e i primi anni Novanta, quando l’artista iniziava la sua carriera nel mondo dell’arte, la sua prima mostra personale risale proprio al 1984. La dozzina di opere proposte, di dimensioni medie e grandi, sono state lavorate su materiali poveri e di recupero dal forte stampo tautologico e concettuale, dipinte su supporti come tele di juta per il trasporto merci, cartone da imballo, teloni ferroviari, ecc. Sono proprio tali materiali ad ispirare i soggetti, in un gioco di scambi tra contenuto e contenitore.
In particolare, per la mostra sono stati scelti dipinti raffiguranti treni, aerei, scatoloni, bandiere, per sondare, attraverso le iconografie delle sue opere, il contesto di produzione. Novara, città dell’artista e da sempre sede del suo studio, è un centro di scambio particolarmente attivo e crocevia ferroviario di un certo livello. Il lavoro di Bonomi costituisce una forte testimonianza delle attività cardine del territorio, divenendo fonte di approvvigionamento dei principali materiali per la composizione delle sue opere.
Tutte le opere presenti in mostra sono documentate con la pubblicazione nel libro Il Bonomi Ritrovato, a cura di Marianna Cappia per Allemandi (2023) disponibile in galleria per la consultazione o l’acquisto.
La mostra ci parla in maniera alternativa di mobilità e trasporti, attraverso il linguaggio ironico e concettuale di Bonomi. Particolarmente attuale e oggetto di molti filoni di ricerca in ambito universitario, il tema della mobilità si inquadra perfettamente nel contesto del marchio CULTURA MECCANICA®.
CORRADO BONOMI
La peculiarità dell’artista si evince dalla dirompente collaborazione linguistica e formale tra i materiali che utilizza e i messaggi che intende veicolare. La sua formazione da autodidatta è anti-accademica e libera da istruzioni di carattere estetico e tematico ed ha permesso alla sua produzione di fluire dinamica nel corso della sua intera carriera, legata a linguaggi ludici e governata unicamente dall’originalità di un atteggiamento critico, provocatorio, impegnato ma al tempo stesso leggero e accessibile.
Durante il suo esordio, viene introdotto nel gruppo dei concettualisti ironici italiani, all’interno del quale l’artista avrà modo di muoversi, attraverso percorsi logici, simbolici, caratterizzati dall’utilizzo mirato di strumenti linguistici quali tautologie, sineddoche e sincretismo tra materiali e supporti, spaziando tra grandi installazioni e piccole ricostruzioni di ambienti ed eventi in scatola, fino a trasformare in possibilità espressiva il suo corpo e la sua stessa personalità.
Le tematiche che è solito affrontare attraverso richiami all’immaginario collettivo sono la religione e il conflitto, il verosimile, il consumo e l’ambiente, interpretati nella costruzione di storie la cui esperienza è spesso totalizzante e sinestetica, dalle aperte possibilità di lettura determinate tanto dall’intenzione dell’artista quanto dalla stessa lettura del fruitore. Per questo è solito confrontarsi con le icone, soprattutto di carattere pubblicitario e legate all'entertainment di massa, con il kitsch e con oggetti di uso quotidiano, integrando linguaggi scultorei, pittorici e performativi, costruendo vere e proprie attività disponibili ad un’ampia varietà di utenze.
Bonomi si riconferma nelle molteplici collaborazioni con spazi espositivi come il Museo Ritter di Waldenbuch dove, nel 2010, prende parte alla collettiva sul tema del quadrato Hommage an das quadrat – la copertina del catalogo presenta la sua opera Regalo impossibile – e la mostra Acque Chete, a cura di Alberto Fiz all’Acquario Civico di Milano nel 2023. Oltre a ciò è calzante l’occasione in cui, nel 2012 viene invitato da Gillo Dorfles alla mostra Oggi il Kitsch alla Triennale di Milano.
CULTURA MECCANICA® è un marchio in contitolarità tra il Politecnico di Milano e lo Studio Francesca Brambilla Comunicazione; esso nasce dalle politiche e dalle attività di terza missione del Dipartimento di Meccanica, con il preciso scopo di promuove e divulgare la conoscenza, l’attività e le logiche del fare meccanico attraverso differenti forme di comunicazione quali mostre, performance, spettacoli d’arte, musica, danza e teatro. Pensato per declinare la terza missione anche in termini public engagement e responsabilità sociale, con l’obiettivo di valorizzare il forte connubio tra ricerca e impresa, trova ispirazione sia nelle attività di ricerca del Politecnico sia nelle aziende.