20/04/2022 - 02/07/2022
(in)visible fields space as energy
In concomitanza con la Biennale Arte 2022, la Galleria Michela Rizzo propone una riflessione sull’identità dello spazio, a cura di Elena Forin.
Lo sguardo sul paesaggio, il valore dell’esperienza, la generazione spontanea di forme, la sperimentazione di sistemi di misurazione dello spazio e dell’energia, le criticità nel rapporto tra sviluppo e tutela, la sostenibilità e la dimensione socio-politica del territorio e degli scambi sono alcuni dei temi affrontati dalle opere e dagli artisti coinvolti nel progetto.
Diversissimi per linguaggio, generazione, ricerca e background, Hamish Fulton, Antoni Muntadas, Cesare Pietroiusti, David Rickard, Mariateresa Sartori e waiwai research and design agency rappresentato da Wael Al Awar, aprono un dialogo su questi snodi raccontando l’ambiente, le risorse naturali evidenti o nascoste, le costruzioni sociali ed economiche, riformulando il concetto di immaginazione e stimolando la capacità di guardare, sentire, pensare e costruire andando oltre la consuetudine.
Ciascuna di queste voci della ricerca contemporanea infatti, individua energie e dinamiche radicate nello spazio e nelle sue tante dimensioni, restituendo attraverso il lavoro aspetti che spesso restano invisibili. Mariateresa Sartori si concentra sull’analisi di una forza immateriale come quella del vento e mette in discussione i concetti di vuoto e di nulla in due nuclei di opere esposte per la prima volta in questa occasione. David Rickard si sofferma sulla valenza territoriale e politica di un elemento come l’acqua e coinvolge il pubblico della galleria in un ragionamento che mette al centro il valore del tempo e quello della collaborazione. Antoni Muntadas rileva invece alcune delle parole che caratterizzano la dimensione sociale dello spazio, mostrando il rafforzamento di variabili legate al controllo e il progressivo dissolvimento di quelle derivanti dallo sviluppo del pensiero libero.
Nei territori dello scambio, della proprietà, del rapporto tra dono e debito e di quello tra dono e tempo si addentra Cesare Pietroiusti mettendo il pubblico nelle condizioni di sperimentare concretamente queste sfumature attraverso due cicli di opere create appositamente.
Allo spazio come forza, come campo politico e sociale, come territorio economico e di mediazione si aggiunge anche quello inteso come paesaggio: l’esperienza dell’individuo nell’ambiente è infatti alla base della ricerca di Hamish Fulton, il cui grande wallpainting restituisce parte di un percorso di 2838 km compiuto dall’artista dall’11 settembre al 13 novembre 2002. Walking into distance beyond immagination è la sintesi estrema di un percorso che ha toccato cinque stati e attraversato panorami sempre diversi: camminare oltre l’immaginazione sembra del resto l’atteggiamento condiviso da tutti gli artisti di (in)visible fields, ed è alla base della ricerca che ha portato waiwai research and design agency rappresentato da Wael Al Awar a ricevere il Leone d’oro alla 17 Biennale Architettura con Wetland. Il progetto impiega le sabkhah, un solido ecosistema di saline naturali presenti negli Emirati Arabi Uniti, come una risorsa rinnovabile per le costruzioni, in grado di sostituire il cemento Portland (la cui produzione è responsabile dell’8% delle emissioni mondiali di anidride carbonica). Insieme a un gruppo di scienziati di Abu Dhabi, Tokyo e Sharjah il progetto continua a crescere e a espandersi: lo sguardo trasversale sull’ambiente e sulle risorse sta portando alla creazione non tanto di un nuovo materiale quanto all’elaborazione di alternative reali ai sistemi e ai meccanismi conosciuti.
Andando oltre l’immaginazione e avvertendo le vibrazioni dello spazio si possono raggiungere territori inaspettati, reali ma spesso invisibili.
Galleria Michela Rizzo
Isola della Giudecca 800Q, 30133, Venezia
Mar. - Sab.: 11.00 - 18.00
www.galleriamichelarizzo.net info@galleriamichelarizzo.net
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