01/10/2012 - 11/11/2012

LANG | ACCARDI | SCAMPINI | RI-FLESSO URBANO

La CITTA’, espressione ultima del continuo contrasto tra progresso e imbarbarimento, si RI-FLETTE nelle opere di molti artisti (tra cui Wilfred LANG, Angelo ACCARDI e Pietro SCAMPINI) che attraverso la loro rappresentazione ne raggiungono le tensioni interne e fanno ri-emergere i valori residui (fortunatamente ancora importanti) dell’individuo. RI-FLESSE sono anche le immagini degli stereotipi della metropoli:
grattacieli, ponti, strade, ma anche quelle degli incubi (il traffico, le navi-mastodonti, la frenetica corsa dei pedoni) che appaiono nel “dritto” – la percezione visiva – e nel “rovescio” – le emozioni e le angosce che ci provocano – raccontate ed enfatizzate dagli artisti. Una realtà/non realtà che solo attraverso il colore e la pennellata, il chiaro e lo scuro, può diventare malleabile, può FLETTERE passando dalla fredda rigidità dell’acciaio e del cemento al mondo di sensazioni tattili che ci avvolgono nell’ambiente URBANO ogni volta che interagiamo con esso. E diventare così ri-produzione di un universo ben più ampio, quello verso cui fanno capo le grandi navi di ACCARDI, verso cui veleggiano le piccole derive di WILFRED o corrono con passo veloce e sempre uguale gli uomini di SCAMPINI. Ciò che scopriamo nelle città di ACCARDI non deve meravigliare: quelli che “ferma” sulla tela sono sempre fatti incomprensibili, ma quando li osserviamo, sentiamo di essere parte attiva di eventi in cui ci vediamo RI-FLESSI. Sono nostri il volto, il rumore di un passo.


Siamo noi gli automi del “modernismo” in marcia continua verso il nulla. Una continua ambiguità, come quella che propone WILFRED LANG, artista nato a Shanghai, ma attivo a New York. La sua visione dell’ambiente urbano si compone di figure reali e astratte, troppo raffinate, eteree e fatte di materia luminosa per essere reali, troppo riconoscibili per essere astratte. Da questa ripetuta ambivalenza scaturisce il suo personale racconto dell’estremo paesaggio che è la città contemporanea. Metropoli come luogo in cui l’uomo, moderno samurai, si misura con sfide impossibili che non concedono riposo. ANGELO ACCARDI, di origine salernitana, è egualmente un pittore inquieto che si abbandona a ri-flessioni sul valore del simbolo come elemento di raccordo tra la dimensione reale e le verità nascoste di un mondo parallelo in cui si svela e si decifra. Ritmicamente marciano verso il nulla le esili figure che PIETRO SCAMPINI crea verso la fine degli anni Settanta e che evocano l’Africa, un mondo dove l’essere in movimento vuol dire cercare di raggiungere un luogo (migliore) dove porre fine alle sofferenze.
E’ un’umanità in cammino alla ricerca di un mondo più giusto, ma molto, ancora molto lontano. Wilfred LANG, Angelo ACCARDI e Pietro SCAMPINI sono, dunque, tre personalità artistiche che con visioni differenti, in luoghi differenti e in tempi differenti rivolgono lo sguardo verso la contemporaneità urbana, le sue contraddizioni, la sua negazione. Ed essendosi visti RI-FLESSI nelle loro incertezze, ci mostrano le nostre.

GALLERIA PUNTO SULL'ARTE