30/09/2020 - 05/12/2020
Franco Vimercati – Un minuto
Galleria Raffaella Cortese è lieta di dedicare, nell’anno del venticinquesimo anniversario della sua apertura, un’ampia retrospettiva — quale omaggio — a Franco Vimercati, l’artista con cui nel 1995 la galleria ha inaugurato la propria attività. Terza mostra personale di Vimercati negli spazi di Raffaella Cortese, Un minuto si avvale della cura di Marco Scotini e si estende a tutte e tre le sedi di via Stradella, ciascuna dedicata ad un decennio dell’attività dell’artista: dagli anni Settanta al Duemila.
Isolato (per vocazione e destino), schivo e intransigente, Franco Vimercati fa dell’atto fotografico un gesto radicale di misurazione del tempo che lo colloca tra gli artisti concettuali più rigorosi e originali in Italia e non solo. Rimasto fedele, senza mai allontanarsene, all’austerità e all’inflessibile ascetismo degli anni Settanta, Vimercati continua a sviluppare — per tutto il corso della propria attività — la serie e la sequenza fotografica rifuggendo dallo statuto dell’immagine sola e assoluta. Ma nel far ciò è tanto distante dalla sistematicità deduttiva dei Becher quanto dalla successione temporale e unidirezionale di Dibbets. Il punto di fuga di Vimercati è quello di operare nel tempo e contro il tempo (il suo scorrimento, il suo consumo), in favore di un altro tempo, aperto al potenziale, al possibile.
Il “minuto” a cui fa riferimento il titolo allude perciò tanto al carattere minimale della sua produzione (bianco/nero, ridotta selezione di oggetti, concentrazione su pochi scatti) quanto all’opposizione, che in Vimercati diviene sensibile, tra limite cronologico puntuale e dilatazione incommensurabile del tempo.
Punto di partenza dell’esposizione è l’opera icastica del 1974 Un minuto di fotografia, una sequenza di 13 foto in cui Vimercati decostruisce il passaggio della canonica unità di misura del tempo, attraverso la ripetizione del quadrante invariato di una grossa sveglia, fissa sulle 2:46. Un’opera fondamentale non solo perché è all’origine della produzione propriamente concettuale di Vimercati ma anche perché inaugura quella sua concezione del tempo che “dinamizza l’inanimato” — per usare la felice espressione che gli aveva attribuito Luigi Ghirri. E che sdoppia la temporalità di Vimercati in un’immagine attuale e una virtuale coesistente, sottraendosi alla linearità del tempo in passato, presente e futuro. Così come all’idea dell’immagine quale rappresentazione definitiva, senza alternative, e data una volta per tutte.
In questo senso, i tre gli spazi espositivi di via Stradella si aprono ugualmente con le immagini di una sveglia (normale o capovolta) scattate da Vimercati in decenni successivi ma che ritraggono tutte lo stesso oggetto, con le lancette che scandiscono con precisione un’ora o l’altra, ma che potrebbero rimanere fisse sul medesimo momento — non importa quale esso sia. L’immagine di questo oggetto muto, assunto come bussola orientativa dell’esposizione, intende segnare tanto un’idea del ritorno quanto quella della durata e della continuità dell’intera attività di Vimercati, all’insegna di una concezione del tempo in cui il passato diviene indiscernibile dal presente. E all’interno di questa storia, è anche la galleria milanese a ricostruire il proprio percorso, nel rapporto duraturo con l’artista e la sua opera.
Nella sede di via Stradella 7 sono presentati capolavori degli anni Settanta come i famosi 36 scatti di Senza titolo (Bottiglie d’acqua minerale), 1975, i pattern minimali di Senza titolo (Piastrelle), 1975 e Senza titolo (Parquet), 1977, gli spazi in attesa di Senza titolo (Tele), 1976: tutte quelle opere in cui più radicalmente si fa da parte la presenza ingombrante dell’Io. Ma lo spazio include anche lavori meno noti come la serie di otto fotografie Senza titolo (Latte) del 1978 in cui uno stesso cartone di latte si staglia, attraverso movimenti di piano impercettibili, contro uno sfondo marmorizzato, immobile, statuario. Se gli spazi espositivi di via Stradella 4 sono dedicati alla produzione degli anni Ottanta con un’attenzione più marcata agli scarti del formato — i tondi di Senza titolo (Brocca) del 1980–81 — alle variazioni della luce e dell’inquadratura (anche se è stato escluso dalla mostra l’intero ciclo e leggendario della Zuppiera); così l’ultima sede di via Stradella 1 raccoglie le opera degli anni Novanta cercando di restituire una galassia pulsante di immagini che, a partire da layout grafici dello stesso Vimercati, appaiono nitide e si sfocano, si allargano e si restringono, si fanno più luminose oppure scompaiono nel buio.
In occasione della mostra sarà pubblicato da Quodlibet un libro dal titolo Franco Vimercati. Un minuto di fotografia. Il volume curato da Marco Scotini raccoglie interventi di Paolo Fossati, Luigi Ghirri, Elio Grazioli, Javier Hontoria, Angela Madesani, Simone Menegoi. Il libro verrà pubblicato a mostra in corso.
BIOGRAFIA
Franco Vimercati nasce a Milano nel 1940 e muore a Milano nel 2001.
Fra le principali mostre personali dedicate all’artista, ricordiamo: Franco Vimercati. La fotografia, la vita. Un dialogo con Giorgio Morandi, Istituto Italiano di Cultura di Madrid, Madrid (2019); Franco Vimercati, Galleria Raffaella Cortese, Milano (2016); Die Dinge des Lebens / Das Leben der Dinge. Franco Vimercati & George Kubler, Staatliche Kunstsammlungen Dresden, Dresda (2014); Franco Vimercati. Tutte le cose emergono dal nulla, Palazzo Fortuny, Fondazione Musei Civici Venezia, Venezia (2012); Fotografia Europa – Eternità. Il tempo dellʼimmagine, Reggio Emilia (2009).
Tra le mostre collettive si possono segnalare: Quand fondra la neige où ira le blanc. Opere dalla Collezione Enea Righi, Palazzo Fortuny, Venezia (2016); L’Inarchiviabile/The Unarchivable, FM Centro per l’arte contemporanea, Milano (2016); The Lasting, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma (2016); Cantiere del ‘900. Opere dalle collezioni Intesa Sanpaolo, Gallerie d’Italia, Milano (2015); Addio anni settanta. Arte a Milano 1969/1980, Palazzo Reale, Milano (2012); Conceptual Art – The Panza Collection, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, Rovereto (2010); Italics – Arte italiana fra tradizione e rivoluzione 1968‑2008, Palazzo Grassi, Venezia e Museum of Contemporary Art, Chicago (2008).