26/01/2024 - 30/03/2024
The Eye is the First Circle
La Galleria Tiziana Di Caro ospita nei suoi spazi la terza mostra di Lina Selander (Stoccolma, 1973) dal titolo The Eye is the First Circle, venerdì 26 gennaio 2024 alle ore 19.00. La prima mostra personale risale al 2015, mentre la seconda, Diagrams of transfer, al 2019.
Il progetto consiste in una serie di videoinstallazioni e una serie di cianotipi realizzate tra il 2020 e il 2024.
Lina Selander lavora principalmente con video e videoinstallazioni e la sua ricerca si basa sulla struttura e la natura dell'immagine, sull'evocazione, sulla storia e sulle dinamiche che ogni rappresentazione racchiude e trasferisce.
Il titolo della mostra cita il filosofo e scrittore americano Ralph Waldo Emerson, che nel suo saggio “Circle”, pubblicato nel 1841, scriveva: “L'occhio è il primo cerchio; l'orizzonte che forma è il secondo; e in tutta la natura questa figura primaria si ripete senza fine”.
Ciò significa che il primo cerchio è il sé, il secondo è rappresentato dall'osservazione e il terzo è il limite di ciò che possiamo vedere.
Il progetto espositivo si apre con l'installazione “Conductor”, una videoproiezione su cianotipia. Il filmato, originariamente girato in Super 8, risulta sfocato dalla sovrapposizione con l'immagine sottostante. Nel video si vedono i felini muoversi attorno ad un laghetto artificiale. Fanno sempre gli stessi movimenti, seguendo lo stesso ritmo. Ogni tanto si fermano a bere, ma il ritmo resta perpetuo, illusorio, allucinato. Selander evoca uno scenario automatizzato, nonostante i soggetti rappresentati siano emblemi del mondo naturale, le sequenze che ci vengono presentate risultano appartenere ad un mondo artificiale.
La serie di cianotipi è distribuita nello spazio della galleria. La cianotipia è una tecnica fotografica inventata da un astronomo. In esso vengono mescolati insieme due tipi di sali di ferro, che diventano molto sensibili alla luce solare. Gli oggetti che vengono posti tra i sali e la luce imprimono la loro immagine, che rimane indelebile sulla carta. Le opere proposte da Selander raffigurano un erbario in cui si riconoscono foglie, fiori, fili d'erba e altre forme naturali. In un processo antinomiano, rappresentano la natura attraverso un processo chimico.
Un'altra videoinstallazione occupa lo spazio della seconda sala. Si tratta di una proiezione circolare che mostra, ancora una volta, elementi naturali di varie dimensioni ripresi nel Giardino Botanico di Stoccolma. Quest'opera è un omaggio a Percival Lowell, che, nel 1894, utilizzando un telescopio da lui stesso costruito, riuscì a vedere i canali di Marte. Credeva che non fossero strutture geologiche ma artificiali, giustificando così l'esistenza di una popolazione marziana che, per far fronte ai cambiamenti climatici, aveva costruito dei canali per trasportare l'acqua dalle calotte polari del pianeta ai campi per irrigare i raccolti. In realtà, sembra che i canali visti da Lowell fossero i suoi stessi vasi sanguigni, che riflettevano dai suoi occhi e si riflettevano nell'immagine attraverso la rifrazione del vetro del telescopio. Siamo infatti di fronte ad un'opera che sottolinea l'enigma dell'immagine, sulla sua potenziale manipolazione. Un presupposto che condivide con la natura, anch'essa manipolabile ed enigmatica. Il cerchio in cui si configura il video è certamente un omaggio alla visione telescopica di Lowell, ma è anche un riferimento a una delle figure geometriche considerate le più perfette e coerenti.
Nella sala successiva il tema della geometria ritorna in un'altra videoinstallazione, “Moon Tapestry”, ma questa volta c'è un quadrato che si sovrappone all'immagine quasi come se fosse una macula. È pur sempre un lavoro sulla sedimentazione della tecnologia, sull'utopia pastorale.
Da oltre 20 anni Lina Selander lavora con il cinema, con la narrazione e con l'installazione, interessandosi a ciò che le immagini affermano, innanzitutto in relazione alla verità e all'origine, in un movimento perpetuo del guardare, comprendere, dire, creare forme.
Lina Selander è nata a Stoccolma, Svezia nel 1973, dove attualmente vive e lavora. Il suo lavoro è stato esposto in numerose istituzioni in tutto il mondo, tra cui Iniva (Institute of International Visual Arts) di Londra, Index - The Swedish Contemporary Art Foundation, Moderna Museet di Stoccolma, Kunsthall Trondheim e in mostre internazionali come la Seoul Media City Biennale 2014, Manifesta 9 a Genk, Belgio, Biennale di Bucarest 2010 e Haus Kulturen der Welt a Berlino.
Nel 2015, Lina Selander ha rappresentato la Svezia alla 56a Esposizione Internazionale d'Arte, la Biennale di Venezia, con una mostra personale dal titolo: EXCAVATION OF THE IMAGE: IMPRINT, SHADOW, SPECTRE, THOUGHT.