22/02/2024 - 19/04/2024
Pierre-Yves Le Duc - PINGA'S UNIVERSE Magigonie
Il lavoro di Le Duc consiste in una serie di collages costituiti da fotografie d’epoca di Napoli e Capri accostate sapientemente ai suoi schizzi ad inchiostro, a costituire un unicum tra fotografia e disegno, creando nuove visioni di luoghi, sospesi tra realtà e immaginazione. In mostra saranno presentati cento lavori su Capri e venti su Napoli. Il titolo Magigonie è un neologismo coniato da Pierre-Yves Le Duc: “un collage per tentare di andare oltre la realtà visibile, non per indagare sulla magia dell’arte, ma sull’arte della magia artistica”.
Il progetto prende corpo da una ricerca che dura già da 10 anni. “In pratica cerco di farmi complice del caos, della casualità, navigando senza remi né vele alla ricerca di mondi paralleli, inaspettati. [...] C’è alla base una osservazione acuta di ogni particolare della foto e del mare di schizzi. Ma anche un immaginare mondi fuori dall’inquadratura della foto, alla quale seguono lunghe passeggiate, fotografia alla mano, alla ricerca di sorprese nel caos dei segni d’inchiostro.” (cit. Pierre-Yves Le Duc).
La mostra sarà accompagnata da un catalogo con i testi di Pierre-Yves Le Duc, Barbara Crespigni, Sandra Sannia e Alfredo de Dominicis, edito da Editoriale Scientifico e con il progetto grafico di Paolo Altieri Associati.
Di seguito, riportiamo alcuni stralci dei testi del catalogo:
“Succede che una brezza, un paesaggio, un colore possano determinare opere originali; oppure che l’origine della creatività si celi nel cuore stesso dell’opera. […]
Avviene così che Pierre-Yves Le Duc inizi una serie denominata “Magigonie”, un universo fantastico in cui ad una cartolina d’epoca di un paesaggio italiano si abbina un disegno libero, risultato non voluto di una pratica quasi ossessiva con la china. La magia sorge da sola, poiché i soggetti in bianco e nero vengono diretti verso lidi insoliti, sono raddoppiati dall’inchiostro nero, sorge un proseguimento, una forma sognante in cui ravvedere ciò che la fantasia dello spettatore riesce a immaginare[...]
Si tratta di una magia, della magia del lavoro, del mistero dell’arte. [...]
Una forma, un pezzo di un disegno non voluto sembra un pianeta, un altro una tempesta solare, poi si vede un alieno e così via in un universo di presenze stellari e lontane; tutto questo prende forma e si posiziona a poco a poco vicino alle cartoline, come se fosse un mondo che incombe, presente nel quotidiano, tra baie e castelli, sul Vesuvio e altrove”
(cit. Barbara Crespigni)
“L’artista sembra suggerirci che il meccanismo del mondo è unico e il compito dell’arte è di creare associazioni libere capaci di dar vita a nuovi significati per interpretare l’universo; una sorta di teofania che ci rivela l’aspetto imponderabile della realtà”.
(Cit. Sandra Sannia)
“In Pinga’s Universe, Pierre-Yves Le Duc fa specchiare l’ordine con il caos, il noto con l’ignoto. Si susseguono, in modo ripetitivo, due mondi, due visioni. Da una parte il Mondo che conosciamo, una serie di cartoline che riproducono luoghi tra i più iconici e conosciuti al mondo, dall’altro un Mondo primordiale; o forse, al contrario, un Mondo futuro, post-umano. [..]
Oppure, si ha la sensazione, la suggestione di trovarsi al cospetto di qualcos’altro ancora. Di una magia, o meglio di un incantesimo degno di una favola.”
(Cit. Alfredo de Dominicis)